GoTankōbon #41 | Nascondere l'identità come Spider-Man e Yōichi Takahashi che va in pensione
Ciao! Questa è la quarantunesima puntata di GoTankōbon, la prima del 2024. Oggi parliamo di un manga che ha qualche anno, Undercurrent di Tetsuya Toyoda, ma anche un po’ di Spider-Man, di Miyazaki e di tanto altro.
Da un grande potere derivano grandi responsabilità, ma serve anche non farsi scoprire 🕷️🕸️
E quindi eccoci qui, è arrivato il 2024. Un intero anno è di nuovo davanti a noi e, non so voi, ma mentre sto scrivendo devo dire che mi sento abbastanza pronto per affrontarlo. Sarà che mi sono riposato abbastanza in questi ultimi giorni, nonostante quel caro vecchio amico del Covid-19 sia tornato a farmi visita poco prima di Natale. Ma, febbre a parte, non posso lamentarmi: queste vacanze sono andate abbastanza bene, anche perché sono riuscito a staccare la spina grazie ai pranzi, la famiglia, gli amici e al tempo libero che ho dedicato esclusivamente alla lettura e, soprattutto, a Spider-Man: Miles Morales (sì, dovevo ancora recuperarlo).
Giocare al capitolo videoludico dell’Uomo Ragno di Harlem mi ha fatto nuovamente rivivere tutte le paure di Peter Parker e, in questo caso, di Miles Morales. È una cosa a cui penso sempre quando leggo il fumetto, guardo il film o ci gioco: i due supereroi, oltre a dover combattere contro dei villain spaventosi come Rhino, Goblin o Kingpin, devono riuscire a proteggere New York, amici e parenti senza svelare la propria identità. Devono, quindi, vivere una doppia vita senza poter sbagliare assolutamente nulla: mostrarsi normali e inseriti nella società davanti ai propri cari e, quando distanti, indossare la propria tutina e agire da vigilanti mascherati. Mi sembra una vita stressante, sinceramente, e nonostante i poteri di Spider-Man siano molto fighi non so se mai farei a cambio con loro.
“Da un grande potere derivano grandi responsabilità”, infatti, non è una frase celebre a caso. Tutto lo spirito dell’Uomo Ragno è racchiuso alla perfezione in queste sette iconiche parole. Ma un altro messaggio che Stan Lee ci ha sempre voluto lanciare con le storie di Peter Parker (così come sta facendo la Marvel con Morales) è che tutti quanti noi possiamo essere Spider-Man: ci poteva essere chiunque in quel momento quando il ragno ha dato il suo leggendario morso. Tutti, quindi, avremmo avuto poi la forza di combattere il male e nascondere, nel frattempo, la nostra identità da supereroe.
Beh, se ho ancora dei dubbi sul fatto che chiunque sia in grado di poter dondolare con le ragnatele tra i grattacieli, sulla questione che invece siamo capaci di saper nascondere chi siamo veramente non ne ho neanche uno: tutti noi possiamo celare la nostra vera identità. E, a volte, lo facciamo senza neanche accorgercene. Sarà stata una casualità, o forse sono stato io a voler unire a forza le tematiche affrontate in Spider-Man: Miles Morales a tutto ciò che facevo in questi giorni di festa, ma una lettura che ho fatto tra Natale e Capodanno mi ha proprio mostrato come effettivamente tutto ciò che la storia del ragnetto (come lo chiamano i villain) racconta sia reale. Il manga che ci è riuscito, edito da Dynit, si intitola Undercurrent ed è di Tetsuya Toyoda.
Parliamo di un’opera del 2005, che dalla trama fa pensare subito a un mistero da risolvere: Kanae, la protagonista, gestisce insieme a suo marito un bagno pubblico. L’uomo, però, un giorno scompare senza preavviso e senza lasciare nessuna traccia. Dopo un periodo di pausa lei riprende in mano la sua attività facendosi aiutare da Hori, un dipendente inviato in città direttamente dal Consorzio di Categoria. Con uno sguardo un po’ superficiale, potremmo dire che questo manga non offre granché altro rispetto a quanto ci siamo detti finora, ma in realtà nelle sue pagine nasconde tantissime tematiche profonde.
Questa misteriosa scomparsa, infatti, aprirà una parentesi nella vita di Kanae fatta di paura, malessere e, soprattutto, domande. Tantissime domande. Sfruttando questo singolo evento, una scomparsa, Toyoda dà vita a una storia di ordinarietà incredibilmente umana, in cui la principale protagonista, lentamente, diverrà la menzogna e non più la giovane moglie abbandonata. Tra il chiacchiericcio della clientela, anziani scorbutici, vecchie amiche ritrovate e le pulizie di fine giornata, passeranno le settimane mentre in Kanae crescerà sempre di più una grande dubbio: e se avesse sposato uno sconosciuto?
Non ve lo nego, questo manga mi ha ricordato tanto un libro, L’Avversario di Emmanuel Carrère, in cui viene raccontata la storia di un uomo che, per tutta la vita, ha mentito. Quelli raccontati dallo scrittore sono fatti realmente accaduti e che hanno sconvolto la Francia negli anni ‘90. Ma su questi non vi dirò altro, anche perché il romanzo meriterebbe di esser letto e poi non voglio divagare troppo. Però sì, ecco, il tema trattato da Toyoda coincide perfettamente con i fatti di cronaca del libro di Carrère. Ma con una sola grande differenza: il mangaka scrive la sua storia partendo dal punto di vista della vittima, ossia colei che subisce la potenza della bugia. Undercurrent, infatti, è speciale perché riesce a esaltare tutta la violenza che può nascondere una menzogna.
Pensate quanto possa fare paura l’idea che chi è accanto a voi, in questo momento, non sia esattamente chi dovrebbe essere. Oltre a essere spaventoso è anche un pensiero molto subdolo, perché automaticamente porta a far crescere dei sensi di colpa a cui seguirà una risposta: se non conosco bene la persona che è al mio fianco, allora, è colpa mia perché non gli ho dato le giuste attenzioni. Con Toyoda, mentire equivale ad attivare un pericolosissimo effetto domino: una bugia che ne porta un’altra, poi ancora a un’altra e, infine, all’arrivo della paura, del dubbio e del mal di vivere.
E a pensarci bene, quanto si incasina la vita di Peter Parker e Miles Morales dal momento in cui devono iniziare a mentire sui loro poteri? Tantissimo, perché anche loro sono vittime di questo pericoloso virus chiamato bugia. Sì, in un certo senso potremmo definirli portatori sani, ma questo è semplicemente merito della penna di Stan Lee. L’uomo simbolo della Marvel ha messo in mano un potere malvagio a dei personaggi buoni. Tetsuya Toyoda, invece, lo ha concesso a una persona che, pagina dopo pagina, consumerà la protagonista della sua opera.
Si ritira Yōichi Takahashi e l’ottima accoglienza italiana dell’ultima opera di Miyazaki ⚽🦜
Arriviamo alle notizie della settimana, dove dobbiamo aprire con una triste novità: va in pensione il grande Yōichi Takahashi. Fortunatamente, però, non smetteremo di leggere le sue storie da un giorno all’altro.
Finisce un’era: Yōichi Takahashi, autore del celebre manga Captain Tsubasa (da noi conosciuto come Holly e Benji), ha annunciato il suo ritiro come disegnatore dopo 43 anni di carriera. Il motivo sembrerebbe essere legato a dei problemi di salute che hanno rallentato il mangaka negli ultimi anni, ma anche al normale avanzamento dell’età (a luglio compirà 64 anni). L'ultimo numero di Captain Tsubasa Magazine verrà quindi pubblicato da Shueisha in Giappone ad aprile e conterrà i capitoli finali delle due serie attualmente in corso: Captain Tsubasa: Rising Sun e Captain Tsubasa: Memories. Il pallone, però, non smetterà di rotolare del tutto: Takahashi, infatti, lascerà la realizzazione dell’opera ad altri autori, limitandosi a fornire spunti, idee e a supervisionare le sceneggiature. Non smetteremo, quindi, di leggere delle gesta di Tsubasa Ozora da un giorno all’altro, ma certamente questo ritiro fa male tanto quanto quello di Francesco Totti.
Inizia alla grande l’avventura del Ragazzo e l’airone in Italia. L’ultimo film dello Studio Ghibli e, più in particolare, di Hayao Miyazaki ha infatti incassato oltre 800mila euro nel suo primo giorno in sala (1° gennaio). Più nel dettaglio, la pellicola distribuita da Lucky Red ha fatto guadagnare 837.278 euro portando nei vari cinema d’Italia ben 107.836 spettatori. E tra questi c’ero anche io. Vi ho riportato questa notizia solo per dirvelo? Sì, mi avete scoperto. Ma fidatevi, se non lo avete ancora fatto, regalatevi la visione di questo film appena possibile. L’ultima opera di Miyazaki merita tantissimo, parla molto di lui e saprà nuovamente trasportarvi in un mondo fantastico fatto di misteriose creature e silenzi assordanti.
E con questo è tutto! Oggi nessuna uscita manga da segnalare, probabilmente perché in questi giorni di festa non si è stampato nulla. Detto ciò, io vi auguro una buona Epifania e, in generale, un buon weekend. Grazie di essere stati con me anche questa settimana. A venerdì prossimo, ciao! ✌️