GoTankōbon #38 | Personaggi manga nati grazie a un regista italiano e una nuova casa editrice in città
Ciao! Questa è la trentottesima puntata di GoTankōbon. Oggi, con il Natale praticamente alle porte, vi racconterò una storia: quella di un regista italiano che, involontariamente, ha dato vita a una serie di personaggi manga iconici. Dopodiché, come sempre, spazio alle notizie e alle uscite settimanali.
Vi piace Grifis di Berserk? Tutto merito di Luchino Visconti 📽️💇♂️
Nel mondo dello sport esistono (o sono esistiti) degli atleti che hanno tracciato una linea: prima di loro si giocava in un certo modo, dopodiché ci si è dovuti adattare e rivoluzionare il proprio stile, se non addirittura alcune regole. Michael Jordan ha cambiato il mondo della pallacanestro con le sue giocate, ad esempio, così come Messi e il suo Barcellona hanno fatto con il calcio. Parliamo dei cosiddetti elementi “disruptive” e ne potremmo elencare tantissimi anche in molti altri contesti diversi dallo sport. Bene, sappiate che nel mondo dei manga ne è esistito uno che, grazie a un film, è stato in grado di ridefinire il concetto di bellezza maschile: Björn Andrésen. Il regista che lo ha scelto per quel ruolo? Luchino Visconti. Sì, apparentemente sono due persone che non hanno niente a che fare con il Giappone, me ne rendo conto. Ma andiamo avanti con calma.
Questa è una storia che parte da molto lontano, ossia nel 1971, e che ha avuto un’ enorme ripercussione sul mondo dei prodotti culturali giapponesi (non solo sui fumetti). Proprio quell’anno venne presentato in concorso al 24° Festival di Cannes un film intitolato Morte a Venezia: una pellicola che vinse un David di Donatello, cinque Nastri d’Argento, un Globo d’oro e una candidatura agli Oscar per i migliori costumi. Visconti fece un ottimo lavoro alla regia e la storia glielo ha riconosciuto, ma scegliere di far recitare un giovane svedese di sedici anni fu probabilmente (e involontariamente) la scelta più vincente di quel film. Perché? Beh, perché è proprio grazie a quella trovata se oggi Grifis di Berserk o Howl de Il Castello errante di Howl hanno proprio quell’aspetto.
All’epoca Björn Andrésen aveva recitato solamente in un film intitolato En kärlekshistoria. Non era quindi un attore famosissimo, oltre che per via della sua giovane età. Ma il film di Luchino Visconti fu, per lui, una sorta di palcoscenico luminosissimo che in breve tempo gli regalò un’enorme fama e, di contro, troppe morbose attenzioni da parte dei media che un giovane difficilmente può gestire. Il motivo di così tanta popolarità? La sua incredibile bellezza: tratto distintivo che gli permise di vestire alla perfezione i panni di Tadzio all’interno della pellicola. Oggi Andrésen è un uomo di quasi settant’anni, con barba e capelli lunghi color cenere. Da giovane, però, aveva un viso angelico e con dei tratti delicati: un emblema della meraviglia androgina che in poco tempo gli permise di divenire un’icona di bellezza in tutto il mondo. Era considerato un vero e proprio incanto o più semplicemente, come è chiamato anche il documentario che racconta della sua vita, il ragazzo più bello del mondo.
Ci fu un paese in particolare, però, che più di tutti si innamorò della sua immagine. Sì, avete capito bene: il Giappone. Proprio negli anni ‘70 stava crescendo il movimento dei manga a target shōjo (fumetti pensati per ragazze giapponesi che vanno dall’età scolare alla maggiore età) e la visione del volto di Björn Andrésen, per alcune mangaka in particolare, fu a dir poco suggestiva. Più nello specifico, furono le artiste del Gruppo 24 (chiamato così poiché tutte nacquero nell'anno 24 del Periodo Shōwa) a prendere il volto del giovane Tadzio di Luchino Visconti come punto di riferimento per lo sviluppo dei propri personaggi. Quest’ultimo era un collettivo composto da diverse autrici oggi ben note, come Riyoko Ikeda, Moto Hagio e Keiko Takemiya.
Sarà proprio Ikeda poi ad ammettere di aver utilizzato il volto di Björn Andrésen come punto di riferimento per dare vita alla propria eroina, Lady Oscar di Le rose di Versailles. Sebbene parliamo di un personaggio femminile, è indubbio che quest’ultima sia tutt’oggi considerata un simbolo della bellezza androgina: una tipologia di estetica utilizzata poi anche dalle colleghe della sensei per dare vita a personaggi maschili di cui far innamorare le proprie protagoniste. Fu questo il preciso momento “disruptive” all’interno della produzione dei manga: da quel momento in poi, un bel ragazzo veniva disegnato con tratti delicati e graziosi. E come un processo di reazione a catena, grazie al successo di queste opere, con il passare degli anni anche altre autrici e autori hanno iniziato a usare questa estetica per definire il bell’uomo. L’influenza non si limitò ai fumetti di target shōjo, ma con il tempo questa fu una scelta stilistica che venne adattata anche da mangaka che si occupavano di altre tipologie di storie, come per l’appunto Berserk di Kentarō Miura.
Pensate quindi a quante casualità ci sono in questa storia. Tutto è nato dalla scelta di un attore da parte di un regista italiano che voleva fare un film sulla novella di Thomas Mann del 1912. Da lì in poi siamo arrivati, con il passare degli anni e il talento delle mangaka del Gruppo 24, ad avere personaggi considerati globalmente belli all’interno dei fumetti asiatici. Tutt’oggi, anche nei manga o anime contemporanei, vediamo uomini/ragazzi con dei tratti androgini che nelle loro storie (e anche da parte di chi legge) vengono visti come delle bellezze. Oltre ai già citati Grifis e Howl, pensate anche a Kurapika di Hunter x Hunter, ad Andromeda de I Cavalieri dello Zodiaco o agli ancora più recenti Inosuke di Demon Slayer o Chigiri di Blue Lock: rendiamoci conto che sono più di cinquant’anni che si disegna così. Quanto ha spostato quella decisione di Visconti a livello culturale? Tantissimo. Certo, non possiamo dare tutti i meriti solamente a Björn Andrésen e alla creatività del Gruppo 24, perché nel processo che ci ha portati qui oggi ci saranno state tantissime altre variabili da prendere in considerazione. Ma forse a Luchino Visconti sì. Davvero, ma cosa sarebbe accaduto se avesse deciso di far recitare un altro attore nella sua pellicola? Esisterà un multiverso in cui è accaduta anche questa cosa e, probabilmente, lì è Gatsu il principale antagonista di Berserk.
La nuova casa editrice italiana sui manga e Inoue che sogna gli Oscar 📚🎞️
Eccoci alle notizie del momento, con due temi che andavano trattati per forza. Sulla prima notizia arrivo un pochino in ritardo, me ne rendo conto, ma è sempre meglio parlarne e mettere in risalto quanto si stia espandendo il mondo dell’editoria manga in Italia. Sulla seconda, beh, come dicono i tifosi del Napoli? Abbiamo un sogno nel cuore.
Sta per arrivare una nuova casa editrice sui manga in Italia: Musubi Edizioni. E questa, come dicevamo per Toshokan alcuni mesi fa, è sempre una grandissima notizia. Perché significa che il mercato di questo medium, in Italia, è più vivo che mai. Lo dimostrano i dati di vendita, lo dimostrano le presenze in fiera delle persone e dei mangaka, ma lo dimostrano anche questi nuovi investimenti (sempre preziosi quando si parla di prodotti culturali). Oltre a fargli un grosso in bocca lupo, penso sia doveroso supportare questa nuova realtà parlando del primo prodotto che porteranno in Italia: Colorless di Kent. Il primo volume di questa serie verrà distribuita a partire dal 25 gennaio ed è, come il motto di Musubi Edizioni recita, un manga per tutti. Aggiungerei anche che si tratta di un fumetto noir, punk, post apocalittico, con azione e tante pagine a colori. Insomma, un gran bel prodotto d’esordio.
Si avvicina la fine dell’anno e questo significa sempre due cose: sono più vicini il Festival di Sanremo e la notte degli Oscar. Ora, sarebbe bello se Amadeus e Fiorello parlassero di manga sul palco dell’Ariston (a proposito di multiversi: non so questa cosa in quale potrebbe accadere, ma mai dire mai), però oggi ci soffermeremo sul premio cinematografico più famoso di sempre. Sì, perché è stata stilata la lista di film da cui poi verranno scelti i cinque candidati ufficiali per il premio di Miglior Film d’Animazione. E tra questi ce n’è uno che è tratto da un manga: The First Slam Dunk. L’opera di Inoue, che ha lavorato da regista anche al film, potrebbe prendersi la statuetta più ambita del mondo e wow se sarebbe bello. Sono molto affezionato a questo manga e ai suoi personaggi, quindi mi piace l’idea che questo premio potrebbe renderlo ancor più popolare di così. Ma parlando seriamente, potrebbe davvero vincere? Beh, purtroppo è molto difficile, ma ha buone possibilità di rientrare nel quintetto ufficiale delle candidature. Più che altro dovrà vedersela con altri due colossi dell’animazione giapponese: Il ragazzo e l’airone di Studio Ghibli con Hayao Miyazaki e Suzume di Makoto Shinkai.
Le migliori uscite manga della settimana (11 dic - 17 dic) 🌨️❄️
Manga usciti in settimana? Manga usciti in settimana. Continuano: Jujutsu Kaisen (23), My Dress-Up Darling (12), Devillady (5), Yawara Ultimate Deluxe Edition (2), Dragon Ball Perfect Edition (20), I Am A Hero Nuova Edizione (21), Black Clover (35), Akane-Banashi (3), Bakuman (2), Trillion Game (5) e Detective Conan New Edition (42). Di seguito, invece, un primo volume arrivato questi giorni in libreria.
Kaina of the Great Snow Sea (1) di Tsutomu Nihei e Itoe Takemoto: una serie di successo, da cui è stato già tratto un anime molto seguito su Crunchyroll. Dal creatore di Blame! e Knights of Sidonia, un manga che racconta la storia di un mondo sommerso dalla neve. Per il clima direi che è davvero idoneo al periodo natalizio.
Kaina vive in un villaggio sulla sommità dell’albero orbitale, pianta gigantesca che cresce sopra un mare di neve. Quando, durante una battuta di caccia, incontra una ragazza svenuta proveniente da terre lontane, decide di soccorrerla. Non sa che questo stravolgerà la sua vita.
A Natale mangia e manga: il consiglio filosofico e teologico 🕯️⚙️🎁
Come? Ho capito bene? Proprio adesso avreste bisogno di un consiglio a tema manga per fare un regalo di Natale? Lo so, siamo al 15 di dicembre, il tempo rimasto è pochissimo e intanto le librerie sono piene di volumoni e volumetti che vi rendono indecisi. Ma non abbiate paura, c’è il quarto consiglio natalizio di GoTankōbon a darvi sostegno.
La musica di Marie di Usumaru Furuya: un volume unico per una lettura assolutamente da fare. Parliamo di uno dei capolavori contemporanei del mondo dei fumetti che, recentemente, Coconino ha riportato sugli scaffali delle nostre librerie con un’edizione nuova di zecca (in questi giorni è anche scontata sul loro sito). Con uno stile grafico immersivo, influenze steampunk e una serie di temi profondi da affrontare, sarà il manga ideale da regalare alle persone che sono alla ricerca di letture che lasciano il segno.
Benvenuti a Pyrite, un mondo utopico dove si vive in pace e armonia, vegliati dallo sguardo placido di Marie: una gigantesca dea meccanica che sorvola i cieli e garantisce la felicità attraverso il suo canto. Questa è la storia di Kai e Pipi, che intraprenderanno un lungo viaggio tra le rassicuranti certezze del mondo in cui vivono alla ricerca di una verità più profonda. Cosa è una divinità? Qual è il senso della religione? Può l’essere umano sostituirsi a Dio? Dietro un sontuoso comparto grafico, che ricrea con meticolosa precisione un mondo dalla connotazione steampunk, si nascondono riflessioni preziose di natura filosofica, teologica, sociale, fino alla sorprendente conclusione.
Con questo è tutto! Grazie per essere stati con me anche questa settimana. Se volete far girare la puntata o la newsletter, come saprete benissimo, qui in basso ci sono tutti i tastini per farlo. Noi ci risentiamo venerdì prossimo. Passate un buon weekend! ✌️