GoTankōbon #28 | Un marito che torna dal freezer, la storia di AOT che prosegue e i manga di Einaudi
Ciao! Questa è la ventottesima puntata di GoTankōbon. Oggi ci addentreremo nel mondo del true crime grazie al manga di Misaki Yazuki, Mio marito dorme nel freezer. Come sempre, poi, ci sarà anche spazio per qualche notizia recente e per le ultime uscite in fumetteria.
Il true crime che diventa finzione e un congelatore 🦹🥶
“Bentornati amici sul mio canale, o se siete nuovi, benvenuti! Io sono Elisa True Crime e anche oggi sono qui con voi per raccontarvi una storia di true crime che mi ha particolarmente scioccata”.
Non esagero se vi dico che, negli ultimi tempi, avrò sentito questa frase almeno un centinaio di volte. La mia ragazza è una super fan di Elisa True Crime e lei inizia così tutti i suoi video. Se vi foste casualmente persi una grossa fetta di internet degli ultimi anni, Elisa De Marco è una famosissima youtuber che sul suo canale parla di casi risolti e irrisolti o, più semplicemente, di true crime (lo avevate intuito, vero?). Grazie a lei, in modo passivo, avrò conosciuto tantissime vicende terribili accadute in passato, ma non essendo un grande fan del genere mi sono sempre chiesto come possa piacere così tanto il racconto di un crimine avvenuto in chissà quale parte del mondo. Perché appassionarsi così tanto a una storia triste? A me, la maggior parte delle volte, mettono di malumore. Eppure, so bene di far parte della minoranza che la pensa così.
Il true crime infatti è un genere di narrazione che, specialmente negli ultimi tre anni, ha preso fortemente piede sul web. Tra video, podcast e audiolibri, le storie di assassini per caso o di grandi serial killer hanno invaso pc e smartphone di tutto il mondo. Ve ne sarete forse già accorti, ma di contenuti simili ne esistono in ogni salsa e in ogni lingua parlata nel globo. E non è un caso che poi i grandi colossi del genere si muovano di conseguenza e propongano serie TV tipo quella di Netflix su Jeffrey Dahmer. Ma perché piacciono queste storie? Con il tempo ho capito che il fascino per la mente umana in stato di crisi colpisce tutti (me compreso, devo ammetterlo) e spesso la voglia di capire fin dove possono spingersi le persone ti tiene incollato allo schermo. Dopotutto, è come vivere un incubo reale (proprio perché è realmente accaduto) in una zona al sicuro da ogni pericolo.
C’è poi un altro aspetto importante che rende il fenomeno del true crime sul web quello che è: la modalità di fruizione. Avere la possibilità di poter scegliere quando e dove ascoltare di queste storie atroci, permette alla nostra testa di assorbire le emozioni negative con molta più calma. Carlo Lucarelli, in una bella intervista fatta da Dario Moccia, dice infatti che si tiene spesso alla larga da questi contenuti perché ne ha consumati troppi nel tempo. Lui, infatti, è uno dei pionieri del true crime italiano (ha condotto per anni la trasmissione Blu notte andata in onda sulla Rai) e avrà raccolto informazioni su talmente tanti crimini da averne oggi, probabilmente, la nausea. Poter, invece, scegliere quando captare certe informazioni così forti ci aiuta a controllare meglio le emozioni, a selezionare gli aspetti più interessanti e a farci appassionare alla storia nonostante tutto.
Ecco, proprio in quest’ultima settimana c’è stato un racconto che mi ha tenuto incollato alle sue pagine come una grande storia di true crime fa con i suoi appassionati: Mio marito dorme nel freezer di Misaki Yazuki. Si tratta di un’opera di finzione, e quindi già per questo non possiamo applicargli il termine “true”, ma parla di una storia di quotidianità: è uno slice of life in cui una persona comune commette un crimine. Più nello specifico, in questo josei, la protagonista del manga in preda alla disperazione decide di uccidere il marito che da tempo la maltrattava fisicamente e psicologicamente. Sarebbe la classica storia in cui la vittima, improvvisamente, diventa la carnefice e si libera così del male che ha subito per diverso tempo. Nulla che non si sia già visto se non fosse che, il mattino dopo l’omicidio, il marito ricompare davanti alla donna come nulla fosse.
Proprio grazie a questo incipit, come vi avevo anticipato la scorsa settimana, nel weekend mi sono fiondato in libreria a comprare questo fumetto che poi ho iniziato a leggere la sera stessa. Volevo tremendamente sapere cosa sarebbe accaduto a Nana (il nome della protagonista) dopo aver rivisto suo marito Ryo il mattino dopo il delitto. E poi volevo capire come si sarebbe risolta la questione. Insomma, com’è possibile che lui sia contemporaneamente nel freezer e davanti a lei mentre svolge la vita di tutti i giorni? E poi ora cosa farà? Lei si pentirà? Lui la consegnerà alla polizia? Tutte queste domande mi hanno accompagnato durante le pagine del fumetto, portandomi gradualmente verso il finale e, di conseguenza, a divorarmi in una sera un grosso volume unico senza neanche rendermene conto.
Il merito per tutto ciò va dato proprio al come è confezionata questa storia: i colpi di scena sono ben ponderati e messi sempre al punto giusto, garantendo alla narrazione un buon ritmo. E poi i disegni di questo manga sono davvero ottimi: si percepisce qualsiasi disagio o stato d’animo dei personaggi, grazie a dei volti illustrati in modo da poter comunicare ogni singola emozione passi loro per la testa. Tristezza, rabbia e paura sono quelle più comuni, ma le tavole in cui la gioia riesce a esplodere non mancheranno. Forse, proprio mentre scrivo queste parole, ho capito qual è la qualità principale di Yazuki come storyteller: prendere una storia che avremmo potuto sentire al telegiornale, perfettamente conforme al genere true crime, e ricavarci sopra un’opera di finzione apparentemente sovrumana. Tutta la vicenda procede secondo i regolamenti del nostro pensiero, mantenendo un filo saldo con la realtà, ma all’improvviso a noi lettori ci viene dato un colpo intriso di difformità. E sarà per questa anomalia, probabilmente, che la trama mi ha incuriosito così tanto.
E sono felice che ci sia riuscita sin da subito, perché così ho potuto scoprire che questo manga riesce a mettere alla luce anche altri aspetti davvero importanti e difficilissimi da rielaborare sotto forma di racconto (qualsiasi forma esso abbia). Il primo è quello della paranoia, il vortice dentro il quale Nana finisce cercando di capire cosa le stia accadendo dopo aver rivisto Ryo darle il buongiorno il mattino dopo il delitto. Sarà capitato a tutti, per motivi diversi si spera, di finirci dentro almeno una volta nella vita ed è una sensazione davvero infernale: il mondo attorno a te muta prendendo le forme dei tuoi incubi più grandi. Tutti ti osservano, chiunque conosce i tuoi segreti, presto ti scopriranno e sarà la tua fine. Ma in realtà, questo tormento, è solo nella tua testa. Il problema è che tu non lo sai.
E poi, durante le pagine di Mio marito dorme nel freezer, spunta fuori un altro tema difficilissimo da raccontare con un fumetto ma che grazie ad alcuni espedienti narrativi rende la lettura ancor più interessante: conosciamo davvero il nostro partner? Cosa ci vieta di pensare che l’altra persona che vive con noi, in fondo, non abbia ancora un lato della propria personalità che non ha mai mostrato? Magari il più oscuro, quello più temibile. Fingere, dopotutto, non sarebbe così difficile e si potrebbe portare avanti una recita con indosso una determinata maschera per tantissimo tempo. Forse è proprio questo tema così pirandelliano la colonna portante del fumetto di Yazuki: un manga intrigante, scritto bene e con svolte improvvise fino all’ultima pagina.
Il volume 35 di AOT, il finale di Berserk entro 10 anni e i manga di Einaudi🌳📕
Questa settimana abbiamo due notizie molto importanti che riguardano dei manga che hanno scritto la storia di questo medium. Si parte con L’Attacco dei Giganti, che avrà un piccolo seguito, e si arriva poi all’incredibile Berserk di Kentarō Miura (vi lascio anche i due profili Instagram da cui le ho prese che, se non conoscete, vi invito a seguire). Più avanti, invece, ci fiondiamo sull’attualità e sulla nuova collana di Einaudi.
Tutto è finito con il capitolo 139, un numero che tra l’altro nasconde anche un significato profondo legato agli ultimi atti del manga di Hajime Isayama. Un finale che presto tutti potranno vedere anche in formato anime. Ma attenzione, perché L’Attacco dei Giganti potrebbe nascondere ancora altro materiale importante. A breve, infatti, uscirà un artbook sulla serie intitolato Shinjeki Fly, che conterrà al suo interno illustrazioni a colori, l’ultimo capitolo del maga in formato più grande e alcuni gadget come la sciarpa di Mikasa o la chiave di Eren. Ma non è tutto, perché il libro avrà al suo interno anche 18 pagine inedite racchiuse da un titolo ben preciso: AOT 35. Cosa avrà intenzione di fare Hajime Isayama? Conosciamo tutti (o quasi) l’ultima meravigliosa tavola del manga. Si ripartirà da lì? Lo scopriremo a breve.
La storia di Gatsu, in Berserk, avrà un finale. Questa è di per sé già una grandissima notizia, perché solo alcuni mesi fa le incertezze sulla continuazione di questo manga cult erano davvero tante. Da quando Kentarō Miura si è spento all’età di 54 anni, Berserk è entrato in un limbo fatto di dubbi sia dal punto di vista della casa editrice che da quello dei suoi lettori. Kōji Mori e Studio Gaga però hanno molto a cuore questo prodotto e hanno annunciato che il fumetto è entrato nel suo arco narrativo finale. L’unico problema, se proprio vogliamo trovarne uno, è che pensano ci vorranno circa dieci anni. Quanti anni avrete quando finirà Berserk? E quanti anni avevate quando lo avete iniziato? Sarà bello (e triste) fare un giorno questi conti.
E anche nel mondo dell’editoria dei manga iniziano a esserci alcune polemiche legate all’uso dell’intelligenza artificiale, soprattutto quando le AI sono utilizzate per abbattere i costi tralasciando però la qualità del prodotto finale. Più nello specifico, è stato criticato il lettering di Rugby Rumble, un fumetto sportivo che è stato tradotto per Manga Plus in inglese grazie alla tecnologia in modo non proprio impeccabile. I problemi, a quanto pare, non sono solo di stampo linguistico, ma anche di formato e di impaginazione (testi che fuoriescono dai balloon, font diversi e cose così). Il problema verrà risolto alla svelta (e forse a quest’ora sarà già stato risolto), ma questo fatto ci ha dato di nuovo modo di capire che le AI funzionano soprattutto se c’è un essere umano dietro che sa gestirle bene.
Arrivano i manga di Giulio Einaudi Editore. Un po’ all’improvviso, con un post sui propri canali social, una delle case editrici più famose d’Italia ha annunciato di aver dato vita a una nuova collana dedicata proprio al fumetto giapponese. La prima uscita è prodotta da due italiani: Matteo Bussola (che ha ideato e scritto la storia) e Emilio Pilliu (disegnatore). Einaudi ha annunciato che il primo volume del suo primo titolo, Zeroventi, uscirà il 31 ottobre (è già preordinabile sul sito). Qui di seguito il post con cui hanno annunciato la nascita di Stile Libero Manga.
Le uscite manga della settimana (2 ott - 8 ott) 🏓
Arriviamo, così, alle uscite settimanali. Proseguono in fumetteria e in libreria i seguenti manga: I am a Hero (19), Devillady (4), Komi Can’t Communicate (29) e Dr. Stone (25). Ora, invece, diamo un’occhiata a una nuova edizione da non perdere assolutamente.
Ping Pong (cofanetto) di Taiyo Matsumoto: torna in Italia la serie sportiva del celebre Taiyo Matsumoto grazie a J-Pop. Non è infatti la prima volta che si vede Ping Pong sugli scaffali italiani, perché esiste già una vecchia edizione (anche essa venduta in cofanetto) stampata da Hikari. Parliamo di un’opera imperdibile, specialmente se ancora non si dovesse conoscere il mangaka già autore di altri fumetti come GoGo Monster o Sunny. La sua accoglienza è sempre stata buonissima, in qualsiasi parte del mondo (molto è dovuto anche alla serie animata del 2014). Parliamo di una storia che sfrutta il ping pong per parlare, soprattutto, di amicizia e relazioni umane.
Il ping pong è uno sport rapido, aspro, perfino violento. Si può giocare per hobby o per passione e in molti modi diversi; l’unica regola immutabile è che gli sfidanti siano almeno due. Due, come l’impassibile Tsukimoto, detto “Smile”, e il carismatico Hoshino, detto “Peko”, giovani amici d’infanzia che si fronteggiano da sempre al tavolo da gioco.
E con questo è tutto, per questa settimana ci fermiamo qui. Spero che la puntata vi sia piaciuta! Se sì, potete condividerla con chi volete o lasciare un cuoricino di supporto. Io vi ringrazio per essere arrivati fino in fondo e per aver aperto la newsletter anche questo venerdì. Ci si risente tra sette giorni, ciao! 🫰