Ciao! Questa è la ventisettesima puntata di GoTankōbon. Oggi parleremo di una storia dura, da cui è facile uscire a pezzi. Ma ci sarà spazio anche per un pilota della Formula 1 e per qualche aggiornamento su Kagurabachi.
Ceneri, lettere e una ragazza rotta 👱♀️🖤
Sono passati oramai diversi anni da quando ho trovato il mio primo gatto. Ricordo che la mia vicina di casa sentiva miagolare con insistenza da circa un paio di giorni. E così, dopo averci avvertito, decidemmo di indagare per capire da dove potesse provenire questo lamento continuo. Dopo un po’ di ricerche ci accorgemmo che quel richiamo dal suono acutissimo, che con il passare delle ore diventava però sempre più flebile, arrivava da un punto cieco di una tettoia. Lì sotto c’era nascosta una piccola pallina di pelo arancione, che si poteva tranquillamente tenere nel palmo delle due mani: un microscopico felino che aveva passato 48 ore infernali dopo essere stato abbandonato dalla mamma.
Era solo, affamato, impaurito e, soprattutto, malato. Capita a volte che alcune gatte abbandonino i propri cuccioli, e forse il fatto che non stesse bene potrebbe averla spinta a lasciarlo indietro, mentre tutti gli altri piccoli sono stati in grado di seguirla. Era una scena triste, ma fortunatamente è riuscito a sopravvivere e la vita gli ha regalato un’altra opportunità. Certo, la situazione iniziale fu abbastanza critica. Ricordo bene che, una volta tirato fuori da lì, la prima cosa che pensai è che quel gattino fosse tutto rotto. Dopotutto, era pieno di pulci, con la coda spezzata e cieco da un occhio: cos’altro avrei dovuto pensare? Oggi però, a distanza di anni, dovreste vederlo: è un gatto iper muscoloso, pieno di energie e, soprattutto, di vita. Sì, quella coda è ancora un po’ stortina e quell’occhio, purtroppo, continua a non funzionare bene, ma sono i suoi segni caratteristici, ciò che lo rendono unico.
Nella vita, come è successo al mio gatto, può capitare a tutti di cadere a pezzi e di rompersi. Possiamo farci male esternamente e doverci ingessare gli arti per far guarire le fratture. Ma possiamo anche finire per romperci internamente, dove il danno è invisibile solo all’apparenza. E lì sono guai. Perché com’è accaduto a Mariko, personaggio del manga My Broken Mariko di Waka Hirako, a volte può capitare che il guasto sia irreparabile e che si finisca per commettere gesti estremi, anche il peggiore. E quando chi ti vuole bene se ne accorge, ecco che un’altra persona finisce a pezzi.
Proprio basandosi su un concetto del genere, Waka Hirako ci propone la sua opera d’esordio: un fumetto struggente sull’amicizia, la perdita e l’elaborazione del lutto. La protagonista della storia, però, non sarà la ragazza da cui il manga prende il nome, bensì la sua migliore amica Tomoyo. Lei, sin dalle primissime tavole, scoprirà del suicidio della dolce Mariko tramite il notiziario guardato in pausa pranzo. Il mondo le crollerà addosso, ma non si domanderà mai cosa avrà spinto la sua amica a commettere quel gesto. Conosceva bene le fratture che lei portava dentro di sé.
Leggere My Broken Mariko è un’esperienza forte e difficile da digerire, ma incredibilmente umana. L’autrice indaga in profondità nella vita di Mariko attraverso i ricordi di Tomoyo, che riemergeranno duramente grazie a una serie di lettere ritrovate dopo la sua scomparsa. Il contesto in cui questi flashback prenderanno vita sarà quello di un viaggio verso un posto lontano: un luogo che Mariko avrebbe sempre voluto vedere insieme alla sua amica. Ed è proprio lì che Tomoyo deciderà di spargere le sue ceneri dopo averle sottratte ai genitori della ragazza, la principale fonte del malessere della sua vita. Non voglio dirvi troppo sulla sua storia e sul loro rapporto, anche perché si tratta di un’opera molto breve e densa di dettagli che si susseguono in poche pagine, ma è chiaro che le tavole che seguiranno dopo le prime saranno sempre molto dure.
Mi soffermerò però sullo stile di disegno di Waka Hirako, che a mio parere confeziona un piccolo gioiello anche a livello grafico. Ricordiamoci che questo è stato il suo manga d’esordio e il modo con cui ha saputo giocare con il suo tratto rende la lettura di questo fumetto appassionante. In un altro contesto sarebbe difficile andare avanti: il troppo realismo farebbe soffrire il lettore, che magari potrebbe restare troppo sconvolto da alcuni eventi. Essere troppo buffi, però, rischierebbe di far andare la storia fuori contesto o di far distaccare troppo chi legge. E quindi, per questo, Hirako opta per una via di mezzo: le scene che riguardano Mariko sono piene di dettagli e mettono in risalto la tristezza; quelle in cui c’è Tomoyo spesso sono sporche, disegnate con tante imprecisioni, come a metterne in risalto la sua goffaggine.
Con questi espedienti, e non solo, Waka Hirako riesce a fare una cosa incredibilmente complessa: parlare della perdita di una persona dal punto di vista di chi gli ha voluto bene. Credetemi, anche io sto facendo molta fatica a raccontarvi di questo manga nonostante lo abbia letto e apprezzato molto, perché il tema è duro e difficile da trattare. Ci sono però tantissimi aspetti che vanno presi in considerazione in una relazione del genere fra due persone e, a volte, tirare fuori i lati peggiori potrebbe essere problematico nella struttura di un racconto. Eppure Hirako non si fa nessuna tipologia di problema, dando vita a una storia vera e priva di una narrazione artificiale.
Quello che vediamo in My Broken Mariko è uno spaccato di vita su due ragazze legate fortemente dalla propria amicizia che viene cancellata all’improvviso per colpa di una serie di eventi passati. E il fascino che provoca in noi, nonostante l’umore a pezzi che può lasciare, viene dato dalla vicinanza che sentiremo per quelle due ragazze, che probabilmente esistono nella vita reale. Perché ognuno di noi può cadere a pezzi durante questa vita, ma non tutti riusciranno a ricomporsi. Noi, però, cerchiamo sempre di stare vicini alle persone che amiamo. Magari riusciremo a rimettere a posto un solo pezzo di quel complesso puzzle, ma potrebbe essere proprio quello che permetterà di fare la differenza.
Un fumetto su Yuki Tsunoda e l’inarrestabile successo di Kagurabachi 🏎️🎌
Ed eccoci arrivati alla sezione dedicata alle news settimanali, dove non si può nuovamente non citare il caso di Kagurabachi. Ma questa settimana si è parlato anche un po’ di motori e poi abbiamo una bella lamentela da parte dell’autore di GTO.
Da pochi giorni è nata una serie a fumetti su Yuki Tsunoda, pilota di Formula 1 che corre per la scuderia Alpha Tauri. Il manga, intitolato The Yuki Trilogy, è stato realizzato dall’artista Inko Ai Takita e racconta della carriera del giovane giapponese a partire dai suoi inizi sui kart. C’è un po’ di tutto in questo mini fumetto realizzato, appunto, in tre numeri, ed è stata anche una buona idea produrlo: Tsunoda è probabilmente uno dei piloti più folli di tutto il circus (è un personaggio completamente all’opposto rispetto allo stereotipo del tipico giapponese). L’uscita, naturalmente, è combaciata con il Gran Premio del Giappone di F1 che si è tenuto nel circuito di Suzuka lo scorso 24 settembre. Su Catawiki è presente anche una copia autografata proprio dallo stesso Yuki Tsunoda, ma l’asta scadrà il 1° ottobre. Se siete quindi grandi appassionati di Formula 1 e del pilota giapponese affrettatevi!
Ora si può dire: online c’è la Kagurabachi mania. Tutti vogliono questo manga, tutti lo adorano. E intanto le classifiche continuano a mutare, proprio a causa di questa opera che sta stravolgendo i piani di parecchie case editrici (fatevi un giro tra i commenti dei post di quelle italiane, in tanti chiedono quando arriverà da noi). Intanto i primi due capitoli sono entrati a far parte della cerchia dei più letti di sempre su MangaPlus, superando anche My Hero Academia e posizionandosi solamente dietro a One Piece, Chainsaw Man, Boruto e Jujutsu Kaisen. Questa domenica, invece, uscirà il terzo capitolo.
A sorpresa è stata annunciata la presenza di un nuovo autore al Lucca Comics & Games 2023: Keigo Shinzo. L’autore di Tokyo Alien Bros e Randagi sarà presente alla fiera del fumetto più famosa d’Italia. Proprio di Randagi, magari, parleremo in futuro. Se non lo conoscete dategli un’occhiata, è un manga davvero toccante.
Arriviamo invece alle lamentele di Tōru Fujisawa, l’autore di GTO (Great Teacher Onizuka). Sostanzialmente, il mangaka si è scagliato pubblicamente contro la casa editrice Kodansha, accusandola di aver bloccato le pubblicazioni del suo manga più recente, ossia il sequel dell’opera originale. Tutto è nato in occasione del lancio di un live-action basato sul suo fumetto più famoso. Difficile ora capire come si evolverà la situazione, ma è possibile che questo possa permettere a GTO, Paradise Lost di vedere la sua fine. Vi lascio qui le parole dette da Fujisawa riprese da Fumettologica:
“Sono felice che GTO stia per essere rilanciato, ma l’arco finale di GTO, Paradise Lost, pubblicato sulla rivista Weekly Young Magazine di Kodansha, è attualmente in pausa dopo essere stato fatto fuori dalla rivista a metà della sua serializzazione. Nonostante ciò, la serie televisiva live-action viene anteposta al manga. Cosa sta facendo questa azienda? Chissà che qualche altro editore non possa semplicemente rilevare i diritti d’autore”
Le migliori uscite della settimana (25 set - 1 ott) 🗑️❄️
Questa settimana ho due nuove uscite da segnalarvi molto interessanti, ma c’è anche come sempre una bella carrellata di manga che proseguono con i nuovi numeri: Kaiju n°8 (9), Tokyo Revengers (30), Dragon Ball Super (20), Yomi no Tsuga (2) e The Boxer (4).
Gachiakuta (1) di Hideyoshi Andou e Kei Urana: in realtà questo manga non è propriamente ancora uscito, bensì è disponibile la sua limited edition “trash box”, che contiene delle carte e un portachiavi. Ve lo segnalo, comunque, perché c’è molto hype per questo nuovo shonen e probabilmente è una di quelle serie che vedremo molto spesso nelle librerie e nelle fumetterie di fiducia.
In una baraccopoli abitata da discendenti di fuorilegge, il giovane Rudo si guadagna da vivere raccogliendo spazzatura tra continue discriminazioni. Un giorno, accusato di un crimine che non ha commesso, viene gettato in un luogo temuto da tutti: il Baratro. Laggiù, Rudo conoscerà il “ripulitore” Enjin, comincerà a intravedere la verità sul mondo e a manifestare la capacità di estrarre uno strano potere dagli oggetti dopo aver dato loro vita. Il ragazzo ha ora la possibilità di cambiare una realtà tremendamente ingiusta...
Mio marito dorme nel freezer di Misaki Yazuki: un altro manga da non perdere questa settimana è questo di Misaki Yazuki, che già solo dalla trama mi ha intrigato parecchio. Ne parleremo presto, anche perché credo proprio che andrò a prenderlo già questo weekend. Dalla trama mi ispira molto, spero di non restare deluso.
Dopo il matrimonio, Nana sopporta la violenza del marito Ryo per anni, finché una notte decide di ucciderlo. Nascosto il cadavere nel congelatore, può infine godere della propria libertà… o almeno così crede. La mattina seguente, come se nulla fosse successo, suo marito si ripresenta a casa. Ma com’è possibile, se il suo corpo è ancora nel congelatore?
Con questo è tutto anche per oggi! Grazie come sempre per aver letto la puntata e per essere arrivati fino a qui in fondo. Già che ci siete, proprio per fare un en plein, qui sotto ci sono i tasti per condividere la newsletter o per lasciare un cuoricino. Se vi va potete premerli entrambi e mi farete molto felice. Noi intanto ci vediamo venerdì prossimo, buon weekend! 🫰
La storia del gattino 💔🥹