Ciao! Questa è la sessantaquattresima puntata di GoTankōbon. Oggi parleremo di calcio, Blue Lock e, inevitabilmente, anche di Europei.
C’è un calciatore che ha un’aura potentissima (forse cit. Piccolo) ⚽🔥
Ma quanto sono belle le estati con i tornei di calcio? Sarà che oramai non partecipiamo ai Mondiali da più di dieci anni, ma io di questi Europei mi prendo tutto, anche se stiamo giocando malissimo. Quindi vai con le notti magiche, pizza e birra con gli amici, ma anche quelle discussioni strane che ci fanno trasformare tutti in piccoli Luciano Spalletti: commissari tecnici dalla nascita ma senza alcun tipo di esperienza. Sui social, soprattutto, si legge di tutto: c’è chi vorrebbe far giocare Balotelli, ma anche chi continua a criticare un fenomeno di portiere come Donnarumma (Gigio, perdonali). Discorsi assurdi a parte, in questi giorni su X o TikTok (non l’ho ancora capito bene) si è anche iniziato a parlare di “aura” applicato al calcio. Per me quella parola ha un solo significato: è quell’energia che Goku sprigiona quando sta per menare fortissimo qualcuno e che cresce sempre di più in base al livello di Super Saiyan che vuole raggiungere. Non ci sono altre definizioni sul mio dizionario, mi dispiace.
Ma io voglio adattarmi ai tempi, capirne di più, non resisto. Perché diamine sono sommerso da foto di Riccardo Calafiori affiancate da descrizioni del tipo “The definition of AURA 🔥”? Beh, andando a fondo non ho trovato una risposta ufficiale, ma alla fine credo di aver intuito di cosa diavolo sta parlando la gente da giorni. Per “aura” si intende quella sensazione che un calciatore ci fa percepire semplicemente con la sua presenza. Perché è molto forte, certamente, ma anche perché esteticamente restituisce quel senso di sicurezza che solo i grandi campioni ti possono dare. Quindi c’entrano le qualità tecniche, ma anche l’eleganza, il portamento e l’impatto visivo generale. Calafiori è bravissimo, ma ha anche i capelli lunghi e bagnati raccolti da una fascetta come quelli dei mostri sacri che abbiamo visto a cavallo tra gli anni ‘90 e 2000: è impossibile quindi per le persone non paragonarlo immediatamente a un’icona come Maldini (esteticamente eh, per il resto andiamoci piano).
Ed è così, dunque, che il giovane difensore della Nazionale si è preso l’amore e l’affetto di praticamente tutta Italia. La sua bravura viene amplificata dal fatto che ha un’aura potentissima, una di quelle che farebbe esplodere lo scouter di Vegeta (il suo occhialetto). Certo, questo potrebbe trasformarsi in un’arma a doppio taglio da un momento all’altro, dato che il calcio è uno sport che sa darti tantissimo, ma al tempo stesso sa anche essere spregevole. Un giorno sei un eroe e il giorno dopo non sei più nessuno. Calafiori è sicuramente uno dei migliori prodotti della nostra Nazionale, ma bisognerebbe andare un po’ più piano con i paragoni (in molti non si limitano a quelli estetici): il rischio è di alzare troppo le aspettative e, di conseguenza, di fare un torto al giocatore stesso. Ma mi fermo qui, niente polemiche.
Sì, perché bisogna anche parlare di manga, sennò che senso ha stare qui? Come avrete intuito, l’opera di cui parleremo oggi ha a che fare con il calcio ed è, a essere precisi, uno spin off della celebre saga di Blue Lock, l’opera famosissima di Muneyuki Kaneshiro. Perché da un po’ di tempo è uscita la storia di Seishiro Nagi, uno dei personaggi più adorati di questo manga, e io ho giustamente deciso di leggerlo in questo periodo densissimo di calcio. Blue Lock Episode Nagi torna agli inizi della serie originale, ma lo fa raccontando la storia dal punto di vista di questo ragazzo annoiato dalla vita: uno studente pigro, ciondolante e con nessun obiettivo nella vita. Fino a quando Reo Mikage, un suo compagno di scuola, non intuisce che in Nagi si nasconde quell’aura che sta contraddistinguendo Calafiori in questi giorni. Ed è davvero potente.
Quando si parla di calcio, Blue Lock rappresenta sempre una valida opzione di lettura: il suo autore è molto appassionato e si nota soprattutto quando vuole scendere nei particolari tecnici. Kaneshiro ha voluto dare delle caratteristiche tecniche ben definite a ogni suo personaggio e con Seishiro Nagi si è veramente divertito tanto. Ha creato una sorta di mostro o, più semplicemente, un fenomeno: uno di quelli che non ha neanche bisogno di allenarsi, perché Madre Natura gli ha già dato tutto quello di cui ha bisogno. Graficamente, poi, anche qui ci sono delle tavole che fanno impallidire la versione animata (molto meno riuscita da questo punto di vista). In alcuni momenti si riesce a percepire quell’aura che caratterizza i campioni, anche per via di alcuni elementi grafici fantasiosi. Ma è proprio in questo contesto che Nagi gioca un calcio atipico, fatto di potenza e stop aerei pazzeschi che tanto ricordano quelli di Zlatan Ibrahimovic. Un giocatore forte, ma che al tempo stesso ha anche l’inventiva e l’eleganza di fantasisti come Neymar, a cui basta un solo movimento per disorientare completamente l’avversario. Il suo punto di forza è il primo controllo, dalla quale fa nascere sempre la giocata decisiva per andare in gol. Non a caso, si dice che Kaneshiro per lui si sia ispirato a Dennis Bergkamp.
La cosa che rende divertente la lettura di Blue Lock Episode Nagi sta nella caratterizzazione del personaggio, un dormiglione strambo che caratterialmente è l’esatto opposto del protagonista Isagi. Lui neanche ci voleva giocare a calcio, non era il suo sogno. Anzi, lui un sogno neanche lo aveva, si sarebbe accontentato di una vita ordinaria. Se non fosse stato per Reo, il suo amico, non avrebbe mai partecipato a quella follia di battle royale calcistica dalla quale può uscire vincitore un solo attaccante. Eppure, giocando e confrontandosi con avversari sempre più tosti accresce la sua voglia di migliorare. Il calcio è noioso se sei sempre il più forte, ma le cose iniziano a cambiare quando gli avversari sulla carta più deboli riescono a batterti. La palla, dopotutto, è rotonda anche per i fenomeni.
Lì cambia qualcosa, la sicurezza nei propri mezzi inizia a vacillare, la strada di fronte a sé si fa più fumosa. Il calcio, lo ripeto, è uno degli sport più spregevoli che esista: basta un momento di incertezza e sei fuori, con tantissime persone pronte a prendere il tuo posto. Ma un fenomeno trova sempre il modo di rialzarsi, altrimenti guai a chiamarlo con quell’appellativo. E Nagi non è un calciatore qualsiasi, ma una forza della natura che si serve di un dono arrivato dal nulla per fare un quantitativo insensato di gol, anche quando la strada è in salita. Un giocatore fortissimo che in mezzo al campo, e con gli scarpini ai piedi, cambia totalmente, facendo percepire la sua aura nonostante le apparenze nel quotidiano da ragazzo svogliato e apatico. Un campione scritto e realizzato dal suo autore per non avere rivali ma che, nonostante un talento ben al di sopra della media, si deve comunque scontrare con alcune difficoltà.
Narrativamente, a che serve tutto ciò? A far crescere ancor di più quell’aura che spaventa gli avversari. Una storia lineare, senza intoppi, sarebbe stata noiosa e priva di pathos. Immaginate invece di ritrovarvi davanti alla risalita di un calciatore che, nonostante un gravissimo infortunio subito da giovane al ginocchio, riesce gradualmente a tornare ad alti livelli fino a conquistare un posto nella nazionale. Parliamo di uno di quegli incidenti gravissimi, che portano molte persone a dover dire addio al calcio. Quanta aura potrebbe avere un giocatore che riesce in questa impresa? Beh, tantissima. E dopotutto ne abbiamo anche la dimostrazione nella vita reale, perché questo calciatore esiste e si chiama Riccardo Calafiori.
Cose belle da segnalare (ma anche un consiglio che ho da chiedervi) 🛋️
Allora, è arrivata l’estate, fa caldo e abbiamo bisogno di alleggerirci. Nasce qui, dunque, l’idea di rendere un po’ più breve la newsletter in questi mesi caldi. Quindi che succede? La sezione delle notizie sparirà per un po’, o magari lo farà per sempre, ma questo lo chiedo a voi. Vi interessa ancora? La riproponiamo oppure lasciamo perdere? Votate qui in basso 👇
Detto ciò, questa settimana non vi lascio ancora a secco anche perché ho un paio di cose da segnalare:
Ho scritto un articolo per N3rdcore su Kaiju No.8, ma anche sulla musica che sta cambiando attraverso gli anime. Dategli un’occhiata e, se vi va, fatemi sapere che ne pensate nei commenti.
Il mio amico
, che scrive la newsletter , ha pubblicato il suo secondo romanzo: L’estate della pantera. No, tranquilli, non ringraziatemi: vi ho solo trovato il libro da portare sotto l’ombrellone, non serve.
Le migliori uscite manga della settimana (24 giu - 30 giu) 🐦🗼
Che cosa? Siamo a fine giugno e continuano a essere stampati manga? Ebbene sì, e sono anche molto interessanti. Ecco cosa troverete da questa settimana in fumetteria: Initial D (9), Tracce di sangue (17), Soul Eater (11), Devillady (7), Four Knights of the Apocalypse (15), Blue Giant Supreme (5), MaiWai (8) e Dai Dark (7). Come novità, invece, vi segnalo un box da tre volumi assolutamente da non perdere.
Tokyo Higoro (box vol. 1-3) di Taiyō Matsumoto: quando viene tradotta una nuova opera di Taiyō Matsumoto non si può restare fermi senza far nulla. Va presa e letta al più presto. Tokyo Higoro si conclude in tre volumi, tutti presenti nella box di J-Pop, e saprà sicuramente sconvolgerci con la sua profondità. Questo manga è stato anche nominato al Tezuka Osamu Cultural Prize 2023.
Con l’ascesa al trono dell’imperatore Naruhito e il conseguente ingresso del Giappone in una nuova era, l’e - ra Reiwa, il Paese è travolto da una ventata di rinnovamento. Shiosawa, storico editor di un’importante casa editrice di manga, viene così manda - to in pensione anticipata. Nel mezzo del sentiero della sua vita, abbando - nato senza più àncora nel mare delle proprie angosce, il nostro si ritrova a riflettere su cosa abbia significato e su cosa significhi per lui il manga: è solo lavoro, una forma espressiva o un ambiente di affetti e amicizia? Un viaggio struggente nella vita e nella mente di un artista a sipario chiuso, dal geniale autore di Tekkon Kinkreet, Sunny e Ping Pong.
E con questo è tutto, grazie per essere stati con me anche questo venerdì! Qui sotto, come sapete benissimo, avete tutti i tasti utili per dare un supporto alla newsletter. Ma non vi rubo altro tempo e vi auguro un buon weekend, ci sentiamo settimana prossima. Ciao! ✌️
Bella puntata, Daniele! E che salto indietro pazzesco mi hai fatto fare citando il mitico Dennis Bergkamp, che per me ha fatto uno dei gesti tecnici più belli della storia del calcio, quando giocava nell'Arsenal: palla da Petit, controllo a seguire con l'interno sinistro, giravolta per superare il difensore e piattone destro in rete (minuto 1'50'' di questo video https://www.youtube.com/watch?v=zw8RaB_ioRs).
Ciao, hai una prosa piacevole ed è bello leggerti ma per me la sezione notizie/uscite è fondamentale, in quanto vecchio che vuole rimanere aggiornato pur comprando meno rispetto ai bei vecchi tempi :D