Ciao! Questa è la cinquantunesima puntata di GoTankōbon. Oggi, com’è normale che sia, parleremo di Akira Toriyama: il mangaka che ha dato vita a Dragon Ball e non solo.
La carte a scuola, le estati passate a giocare e la nostalgia di Dragon Ball 🐉🔮
È passata una settimana dal giorno in cui tutto il mondo è venuto a sapere della morte di Akira Toriyama, autore soprattutto di Dragon Ball, ma anche di tanto altro. Una settimana in cui ho letto tantissime cose in giro per internet (alcune molto belle) e in cui la FOMO mi ha suggerito più e più volte di far uscire una puntata extra o, quantomeno, di buttare giù qualche parola. Ma alla fine ho resistito e va bene così, perché queste giornate passate a guardarmi intorno mi hanno dato modo di riflettere su quanto la creatività di questo mangaka sia stata di impatto nella mia vita. Sì, perché quest’anno Dragon Ball ha compiuto 40 anni, mentre io tra alcuni mesi ne farò 29: praticamente, è da quando sono nato che Goku e compagni mi fanno compagnia.
La prima cosa che ho fatto appena saputa la triste notizia è stata scrivere un messaggio ai miei migliori amici: quelli con cui ho condiviso l’adolescenza, ma anche gli stessi con cui oggi un attimo prima parlo degli sbattimenti vari che la vita da quasi trentenne ti pone davanti e poi, esattamente cinque minuti dopo, finisco a farci un’analisi frame per frame dell’ultimo trailer del videogame Dragon Ball Sparking Zero. L’ho fatto perché era come se avessi bisogno di trovare in loro un po’ di conforto: Toriyama non era un nostro parente o un nostro amico, ma tutti e tre, seppur inconsciamente, eravamo ben consapevoli di quanto la sua opera più famosa ci avesse legato nel tempo.
Con A e V sono amico da molto più di quindici anni e se dovessi mettermi a ripensare al tempo passato insieme da piccoli, mi verrebbe immediatamente in mente Dragon Ball. Ne parlavamo prima, durante e dopo la scuola, fomentandoci per le repliche che Italia 1 passava già da chissà quanto tempo, ma anche fantasticando su un’ipotetica storia futura come Dragon Ball AF che poi, diverso tempo dopo, si sarebbe concretizzata con Dragon Ball Super. E, indovinate un po’, anche quello, seppur ampiamente maggiorenni, lo abbiamo guardato e commentato insieme.
Voglio essere chiaro: io, A e V non siamo amici solo per via dell’opera di Akira Toriyama, anche perché abbiamo tantissime altre passioni che ci hanno unito nel tempo. Ma Goku e le sue scazzottate ci hanno sicuramente permesso di creare grandi ricordi insieme e, di conseguenza, di consolidare il nostro legame. La potenza di Dragon Ball è infatti sempre stata in ciò che è riuscito a creare al di fuori del fumetto: è una storia che ha intrattenuto tutto il mondo, trasformandosi nel primo e proprio prodotto manga che è riuscito a sfruttare la transmedialità per espandere la sua fama in tutto il globo.
Non so quanti prodotti di Dragon Ball, che non fossero il fumetto, ho posseduto nella mia vita. Le lamincards le ricordo molto bene: avevano un raccoglitore tamarrissimo, le scambiavo a ogni ricreazione con i miei compagni di classe e, tendenzialmente, ero pieno di doppioni di Crilin (ma tanto a me interessava solo della carta di Vegeth Super Saiyan). I videogiochi, però, erano imbattibili: sono sicuramente la cosa che in assoluto mi hanno fatto mantenere vivo l’amore per Dragon Ball nel tempo. Li ho giocati quasi tutti, sia da solo che in compagnia.
E oggi, nel mentre che ripenso a quante cose belle Akira Toriyama abbia fatto per noi ragazzi degli anni ‘90, mi viene in mente quell’estate dopo la terza media in cui, a esami conclusi, io, A e V ci incontravamo a turno nella casa di uno di noi per stare insieme a consumarci i polpastrelli davanti a Budokai Tenkaichi 3. Facevamo un sacco di battaglie casuali con la PlayStation 2 (tipicamente a me capitava Mr. Satan e a loro Kid Bu, ma vabbè), ridevamo parecchio e non avevamo pensieri. Era proprio un bel periodo e magari, chissà, senza tutte le emozioni che Dragon Ball ci aveva trasmesso con la sua storia non sarebbe stata la stessa cosa.
Sfatiamo un mito, infatti: Dragon Ball non è mai stato solo scazzottate e urla, ma anche tanto altro. Molti genitori non saranno d’accordo, soprattutto quelli che si sono dovuti sorbire intere puntate in salotto, ma leggere e guardare questa bellissima storia di Akira Toriyama ti trasmette tantissime cose, a partire dal momento in cui Goku era solamente un bambino. Questa immensa epopea è piena di metafore legate alle battaglie, al guerriero che con la perserveranza e il coraggio ce la fa sempre, ma racconta tanto anche di come sono fatti gli esseri umani attraverso temi come l’amicizia, l’amore o il perdono (e poi, c’è tanta tanta comicità).
La rivalità quasi eterna tra Goku e Vegeta ci mostra tantissime cose su di loro, che indirettamente finiscono negli occhi delle persone piccole e grandi che le osservano. Entrambi sono potenti guerrieri saiyan, ma il protagonista ha un carattere scanzonato e amichevole, mentre l’altro appare sempre antipatico e un po’ spocchiosetto. Eppure, nonostante Goku abbia mostrato grandi gesta di bontà nella storia, spesso il più umano tra i due sembra essere proprio Vegeta: il protagonista brama sempre la battaglia, perché vuole migliorarsi; il rivale usa invece la forza perché vuole proteggere la sua famiglia, nonostante il suo essere burbero non lo dia apparentemente a vedere.
Con Toriyama, infatti, abbiamo imparato a non giudicare un libro dalla copertina: Majin Bu, buffissimo com’è, è uno dei personaggi più distruttivi di tutti e il buon Crilin, checché se ne dica, resta comunque il più potente tra i terrestri. In tutto ciò non ho menzionato il personaggio nato dalla penna del sensei che più di tutti ho amato: Gohan. Il primogenito di Goku è il perfetto figlio dei tempi moderni: un ragazzo sempre indaffarato che, nonostante un potere immenso, deve comunque guadagnarsi da vivere studiando e aggiornandosi di continuo. Quant’è bella, poi, la contrapposizione tra la sua forza e la sua sensibilità?
Ok, va bene, mi fermo qui, perché rischio che il flusso continui ad andare e così finirei in un vortice di parole da cui poi potrei non uscirne più (forse ci sono già entrato). Perdonatemi, ma la notizia della morte di Akira Toriyama mi ha fatto pensare tanto e, oltre che concentrarmi sulla sua arte, inevitabilmente sono finito anche per tornare indietro nel passato (il mio). La grandezza della sua creatività però ha scaturito ciò non solo in me, ma in tutti quanti noi. Avete visto quante persone in Argentina si sono raccolte in un unico luogo per donare la propria energia, come i terrestri in Dragon Ball fanno per aiutare Goku nel creare l’energia sferica? Lì in mezzo ci saranno stati tanti come me, come te, come noi. Persone che avranno riassaporato nella mente tantissimi bei momenti legati o nati grazie all’immensa storia sulle sfere del drago: odori, suoni, sensazioni, ma anche amicizie sbocciate o delusioni superate. Questi sono stati giorni tristi, in cui abbiamo dovuto salutare un immenso artista, ma lui nell’andarsene ci ha comunque unito nuovamente. E in futuro, con Dragon Ball che non smetterà mai di divertirci, sono certo che continueremo a stare ancora insieme osservando le gesta di Goku e, di nascosto, continuando a sperare un giorno di poter lanciare una kamehameha.
Le bellissime parole di Oda e Kishimoto, il premio Eisner per Nakazawa 🫂
Eccoci arrivati alle notizie della settimana. Sì, Il ragazzo e l’airone ha vinto il Premio Oscar per il miglior film d’animazione, ma non penso servisse dirvelo. Parleremo, dunque, ancora un po’ di Toriyama e poi ci sposteremo su un altro mangaka storico.
La notizia della scomparsa di Akira Toriyama ha sconvolto tutto il mondo, non solo quello dei manga. Si sono espressi su di lui, ricordandolo con aneddoti personali e con commozione, un po’ tutti quanti: attori, musicisti, calciatori e politici. In particolare, però, hanno scritto una breve lettera due suoi amici, più che colleghi, che con poche parole hanno saputo emozionare tutti i lettori di Dragon Ball, One Piece e Naruto: Eiichirō oda e Masashi Kishimoto. Vi lascio qui sotto un post con le traduzioni in italiano.
Chiudiamo con una notizia importante per il mondo dei manga in generale: Keiji Nakazawa entrerà nella Eisner Hall of Fame, la “sala d’onore” degli Oscar dei fumetti. L’autore di Gen di Hiroshima, però, non sarà il primo giapponese a essere inserito in questa prestigiosa cerchia. Prima di lui ci sono già entrati Osamu Tezuka, Kazuo Koike, Goseki Kojima, Katsuhiro Otomo, Rumiko Takahashi e Moto Hagio.
Le migliori uscite manga della settimana (11 mar - 17 mar) 🕵️👩🎤
Anche questa settimana arrivano in fumetteria diversi nuovi manga. Innanzitutto, proseguono: Spy x Family (12), Sakamoto Days (12), DanDaDan (11), Ranking of Kings (6), Call of the Night (13), Claymore (16), La Luna e l’Acciaio (2), TogenAnki (10) e Rave (6). Come novità, invece, vi segnalo un cofanetto adatto a tutti gli amanti di Oshi no Ko.
Polaris will never be gone (box 1-3) di Eke Shimamizu: un manga, raccolto in tre volumi da J-Pop, che si fa largo nuovamente nella parte più oscura del mondo delle idol. Una storia interessante, che mostrerà il funzionamento della giostra del successo nei tempi moderni e quali insidie nasconde quest’ultima.
La cantante Sora Tajima, leader del gruppo di idol Polaris, ha purtroppo perso la vita prematuramente al culmine della sua popolarità. A due anni dalla sua scomparsa i fan si sono già, pian piano, dimenticati del loro mito di un tempo. Chi non riesce a togliersela dalla mente è però Mizuumi Tachibana, una liceale per la quale Sora era letteralmente una dea scesa in terra. In un mondo nel quale i “like” sono tutto, Mizuumi è disposta a ogni cosa pur di riportare l’attenzione sulla sua idol del cuore, addirittura a fingere di essere lei! Che esiti avrà questo furto d’identità?
Anche per questa settimana è tutto. Grazie mille per essere stati qui e per aver letto questa puntata. Se volete condividerla o far leggere la newsletter a qualcuno, fate pure: qui sotto ci sono tutti i tasti per supportarla. Io, nel frattempo, vi aspetto venerdì prossimo. Passate un buon weekend, ciao! ✌️
Quanti pranzi di ritorno da scuola, insieme a mio fratello, ho passato guardando Dragon Ball; praticamente l'anno scolastico era scandito da quelle puntate.
La puntata più attesa 💔