GoTankōbon #50 | Lanciare un amo fuori dalla zona di comfort e Monkey D. Luffy ai mondiali indoor
Ciao! Questa è la cinquantesima puntata di GoTankōbon (wow, che numero importante), quella in cui parliamo di Don’t like this di Kaori Tsurutani, di pesca e di tanto altro.
All’ombra dell’ultimo sole s’era assopita una pescatrice 🎣🍱
Sin da bambino ho spesso avuto a che fare con la pesca: sia mio nonno che mio padre ne sono sempre stati appassionati e molto spesso mi portavano con loro, mostrandomi come si facesse. Papà, soprattutto, l’ha sempre presa come un’attività rilassante, utile per staccare un po’ la spina e per perdersi in albe e tramonti (a seconda dell’orario in cui decideva di andarci). Da lui ho imparato diverse cose che però, lo ammetto, oggi non sto minimamente sfruttando. Ma grazie al tempo passato insieme pescando, specialmente in estate, oggi posso dire di saper fare diverse cose come una pastura per cefali, lanciare una canna con mulinello o di sapere a cosa servono i piombi.
Proprio per questo motivo, però, so bene che pescare non è per nulla semplice. Nonostante venga sempre descritta come un’attività zen, è in realtà un hobby che richiede un’ampia conoscenza: ami, galleggianti, esche finte, i poveri bigattini che mi hanno sempre fatto una grande pena (e anche un po’ senso). Sono tantissime le nozioni da sapere che devono incastrarsi in un unico puzzle che poi, alla fine, ti porterà probabilmente ad attendere davanti al mare o a un lago per almeno mezz’ora prima che un pesce abbocchi. E magari ti scappa anche.
Non è allora un caso che Megumi, la protagonista di Don’t like this, abbia scelto proprio la pesca come hobby per uscire dalla sua zona di comfort: una bolla fatta di casa, lavoro, videogame (è una game designer) e cibo precotto. Questo dolcissimo manga di Kaori Tsurutani, edito BAO Publishing, parla infatti proprio di questo: di un costante conflitto tra il calore e la sicurezza che offre il proprio guscio contro l’adrenalina e quel friccicore che possono offrire tutte quelle situazioni al di fuori dell’ordinario. Vivere in una metropoli, con un lavoro che puoi svolgere a casa, può facilmente aiutarti a farti sentire al sicuro solo quando sei all’interno delle proprie mura e a farti dimenticare quanti input può donarti l’esterno. Ed è allora grazie al consiglio di una collega e alla visione di un laghetto che Megumi, un giorno all’improvviso, decide di imbracciare esche e canna da pesca per riconciliarsi, gradualmente, con la natura.
Sì, probabilmente starete pensando che andare a pesca non vuol dire poi così tanto uscire dalla zona di comfort. Dopotutto, non è un’attività così straordinaria e non implica chissà quali problematiche. Ma, innanzitutto, per una neofita come Megumi può dover significare vincere la propria timidezza per apprendere nozioni fondamentali da persone più esperte da lei (sì, tipo dal classico signore anziano che gestisce un bar proprio a fianco al negozio di ami ed esche). Oppure, può voler dire doversi dirigere in solitaria a condurre un’attività scrollandosi di dosso tutti gli occhi delle persone che, solo nella sua mente, sono pronti a giudicarla.
E poi, insomma, pescare può anche comportare vari rischi. Chi lo fa in mare aperto lo sa bene, ma anche mio padre oggi è ben consapevole di quali pericoli si possano correre con una canna da pesca in mano. Una volta, per dirne una, un cormorano ha attaccato lo stesso pesce che aveva abboccato al suo amo. L’uccello è rimasto così incagliato a quest’ultimo e ne è nata una sorta di tira e molla tra i due: in sintesi, papà aveva pescato un animale con un’apertura alare di un metro e mezzo (non proprio la situazione migliore di tutte). Alla fine, ovviamente, ha vinto il volatile, con papà che è riuscito fortunatamente a tagliare il filo della canna da pesca cedendo così il bottino a quel simpaticissimo cormorano.
Don’t like this tutte queste cose le fa percepire molto bene (non il fatto che si possa pescare un cormorano, eh). Nonostante il racconto breve e uno stile grafico molto semplice, io da lettore sono riuscito a sentire le difficoltà di Megumi e la sua goffaggine mentre cerca di innamorarsi della pesca. Magari per lei questa sarà solo una fissa passeggera, come tutti quanti ne abbiamo avute nella vita, ma il coraggio che la protagonista dimostra, pagina dopo pagina, sforzandosi a uscire (anche quando c’è maltempo) è davvero stimolante. E al tempo stesso, anche dolcissimo.
La scelta narrativa di sfruttare la pesca per far scappare la protagonista dalla zona di comfort è, a mio parere, molto interessante. L’autrice, Tsurutani, è come se avesse voluto creare la dicotomia digitale-natura, con quest’ultima che è rappresentata dalla pesca. Megumi, infatti, gradualmente rinvigorisce, apprendendo nuove nozioni e premiandosi per lo sforzo fatto assaggiando diverse tipologie di pesci e molluschi. In un certo senso, è come se la mangaka la facesse tornare allo stato brado, spingendola a procacciarsi da sola un pasto che, una volta consumato, le regala più soddisfazioni e autostima rispetto a un banale ramen precotto.
Don’t like this, a guardarlo bene, può anche essere interpretato come un manga che parla di crescita personale. Tutti i pescatori, dopotutto, saranno stati impacciati all’inizio e si saranno sentiti fuori luogo. Ma, senz’altro, avranno anche avuto le loro buone ragioni per continuare, insistere e, alla fine, raggiungere quella sicurezza che oggi li porta quotidianamente a sedersi su una seggiola pieghevole a bordo di un lago o di una scogliera. Ora che ci penso, non ho mai chiesto a papà come ha iniziato a pescare. Ma nei prossimi giorni, fatta questa lettura, sono certo che lo farò.
Il Luffy italiano è un’ostacolista e Furuya torna insieme a Coconino 🏃♂️🏴☠️
Le notizie della settimana partono con un po’ di sport italiano e con un annuncio di una casa editrice che ha molto a cuore i manga: Coconino Press.
Lo sport italiano ha conosciuto il suo Monkey D. Luffy, o meglio, il suo Monkey D. Lollo, come si fa chiamare sui social. Parlo nello specifico di Lorenzo Simonelli, ostacolista azzurro che ha vinto la medaglia d’argento nei 60 metri ad ostacoli nei Mondiali indoor di Glasgow. L’atleta, classe 2002, ha chiuso la gara in 7’’43, siglando così il record italiano nella disciplina e arrivando a un soffio dal primo posto. Ma il motivo per cui siamo qui a parlare di lui è un altro: come potete vedere dalla foto qui in basso, Simonelli ha festeggiato questo grande traguardo indossando il cappello di paglia di Luffy di One Piece, suo manga preferito, e posando esattamente come il protagonista del manga di Eiichiro Oda. Una delle immagini più belle l’ha regalata ai microfoni della Rai, dove nonostante l’evidente commozione per il risultato raggiunto ha comunque voluto pronunciare l’iconica frase del suo idolo: «Io sono Monkey D. Luffy e diventerò il re dei pirati». Tutto bellissimo.
Con un video pubblicato su Instagram, arrivato direttamente da Tokyo da Paolo La Marca e Usumaru Furuya in persona, Coconino Press ha annunciato l’arrivo a giugno di una nuova pubblicazione: Sodoma, 1985. L’ultimo lavoro del sensei, uscito lo scorso anno in Giappone, sarà quindi pubblicato in Italia tra tre mesi. Io, sinceramente, non vedo l’ora di leggerlo. Intanto, però, la casa editrice con sede a Roma e Bologna ha già pubblicato in passato altre opere del mangaka, come Garden, La Musica di Marie o il più recente Amane Gymnasium.
Le migliori uscite manga della settimana (4 mar - 10 mar) 🚲🍬
Tante nuove uscite manga anche questa settimana. Innanzitutto, proseguono: I Cavalieri dello Zodiaco (8), Night of the Living Cat (4), Blue Box (8), Insomniacs After School (9), Four Knights of the Apocalypse (13), Il Mistero di Ron Kamonohashi (10) e Smile down the Runaway (19). Come nuove uscite, invece, vi segnalo la nuova storia romantica taraga J-Pop, Takahashi del negozio di biciclette, e nel dettaglio un nuovo manga Star Comics che sembra davvero divertente.
Kaiju Girl Caramelise (1) di Spica Aoki: avete presente Godzilla? Bene, in Giappone i mostroni come lui vengono chiamati “kaiju” e sono popolarissimi. In questo manga la protagonista, Kuroe, è afflitta solamente da un piccolo (ma grandissimo) problema: quando prova forti emozioni (come l’amore) si trasforma in uno di essi. Direi che non è il caso di perdersi questa nuova commedia romantica distribuita da Star Comics.
La vita scolastica di Kuroe Akaishi è tutt’altro che facile a causa di una misteriosa malattia che, ogni volta che la ragazza prova forti emozioni, trasforma senza preavviso parti del suo corpo rendendola una specie di kaiju, creatura mostruosa della fantascienza giapponese. Emarginata dai compagni di classe, Kuroe a sua volta cerca di evitare di avere a che fare con loro, ma un giorno si accorge di aver attirato l’attenzione di Arata Minami, uno degli studenti più popolari della scuola! Una confessione della madre svelerà a Kuroe la sua vera natura, ma... Arata riuscirà ad accettarla per ciò che è?!
Anche per questa settimana è tutto! Ehi, a forza di leggere e scherzare, siamo arrivati alla cinquantesima puntata. E chi se lo aspettava (fidatevi, per me che sono l’incostanza in persona è davvero un grande traguardo). Se volete supportare GoTankōbon, allora, sapete cosa fare: parlatene, condividete la puntata dove volete e lasciate un cuoricino usando i tasti qui in basso. Vi ringrazio tanto e ci sentiamo venerdì prossimo. Buon weekend, ciao! ✌️